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Rubino

 

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1 – Generalità

 

Il termine rubino, identifica la varietà rossa del corindone Al2O3.

E’ la più rara fra tutte le pietre usate in gioielleria perché sporadico è il rinvenimento di cristalli trasparenti e ben colorati di buone dimensioni.

 

I rubini possono avere tutte le sfumature del rosso, dal rosso-rosato al rosso-porpora, al rosso-bruno in relazione alla quantità di cromo e di ferro, che in piccole percentuali sostituiscono l'alluminio nell'edificio cristallino.

 

La colorazione, sovente mal ripartita, contrariamente a quanto succede per gli zaffiri, risulta stabile al riscaldamento.

 

La durezza è inferiore solamente a quella del diamante ed è una gemma molto resistente.

I cristalli hanno abito prismatico esagonale con terminazioni piramidale o appiattite.

 

2 – I rubini nei francobolli

 

Le emissioni dei francobolli sul rubino sono prevalentemente legate agli stati che lo producono pertanto ci sembra utile far precedere l’elenco del francobolli da uno schema in cui figurano le località nelle quali il rubino si cava.

 

3 - Provenienza

 

I rubini si trovano nelle rocce ignee e metamorfiche o in depositi alluvio­nali.

 

Recenti depositi, importanti in prospettiva, sono stati scoperti a Snezhnoye, Pamir Mts., Tajikistan.

 

Cristalli di rubino sono stati trovati a Jagdalak, 50 km da Kabul, Laghman prov., Afghanistan, ed in molti siti nella Hunza Valley, a Nord di Gilgit, Northem Areas, Pakistan.

 

Ottimi cristalli di rubino provengono dal marmo dolomitico da Chumar e Ruyil, entrambi nel Dhading dist., vicino a Katmandu, Nepal.

 

Senz’altro i migliori rubini del mondo provengono invece dal Mogok dist., 120 km NE di Mandalay, e recentemente rubini molto grossi sono stati raccolti a Mong Hsu, 300 km E of Mandalay, Shan State, sempre nel Myanmar.

 

Il marmo è anche la roccia madre di bellissimi rubini in cristalli piramidali a Luc Yen, Yen Bai prov., Vietnam, e nell’area di Morogoro, Uluguru Mts., Tanzania.

Sempre in Tanzania a Longido si trovano grossi cristalli di rubino opaco nella zoisite.

 

4 - I Rubini Creati

 

Da: “Le gemme Create” di Alberto e Luisa Molossi  - http://info@moissaniteitalia.com

 

La bellezza e la preziosità dei rubini hanno da secoli stimolato la creatività di molti uomini. Già in antichissimi papiri egiziani si trovano antiche formule per colorare di rosso le gemme naturali e farle diventare simili al rubino. Sono state anche ritrovate paste vitree fuse, di aspetto simile al rubino, incastonate in alcuni gioielli micenei ed egiziani.

 

Lle prime sperimentazioni per ottenere un vero rubino creato di cui si abbia testimonianza, furono effettuate nel 1869 da Gaudin, che riuscì a produrre minuscole lamelle di rubino cristallizzato in un crogiolo di argilla. L'esperienza non ebbe alcuna rilevanza commerciale, ma di fatto era l'inizio della storia delle gemme create per uso gioielleria.

 

Nel 1878 i chimici francesi Frémy e Feil annunciarono su un periodico scientifico edito in Francia la creazione di cristalli di rubino di grandezza e trasparenza tali da poter essere utilizzati in gioielleria.

Il metodo di Frémy consisteva nel fatto di sciogliere ad alta temperatura i componenti del rubino in un crogiolo in modo da ottenerne, dopo una lenta crescita, il cristallo.

 

Il metodo con crogiolo con sali fusi non sfociò mai in un successo commerciale, ma un altro chimico francese, Auguste Verneuil - e il suo nome rimarrà famosissimo nel campo delle gemme create - subentrato a Fremy e Feil, sviluppò dalle loro ricerche un processo nuovo e rivoluzionario che brevettò nel 1891 e annunciò ufficialmente nel 1902.

 

Nel metodo Verneuil, detto anche di fusione alla fiamma il monocristallo cilindrico di rubino - chiamato boule si forma, in un forno, più velocemente, grazie alla caduta di una polvere dall'alto con un procedimento che ricorda la formazione delle stalagmiti. Possono avere questa origine, oltre a i corindoni di tutti i colori, anche gli spinelli. Questo metodo, negli elementi essenziali, viene usato ancora oggi per la produzione di molte pietre create, perché rapido ed economico. I rubini ottenuti con questo metodo hanno una forma cristallina caratteristica, sono trasparenti e il loro aspetto ricorda quello del vetro. Vengono usati per articoli da bigiotteria, orologi e apparecchi scientifici.

 

Dopo Verneuil, la sfida per ottenere Rubini creati perfetti continuava, e negli anni successivi furono compiute diverse ricerche per scoprire nuovi metodi di crescita. Nel 1917 Czochralski scoprì un metodo - che porta il suo nome - per produrre cristalli di qualità migliore dei Verneuil.

 

Nei primi anni sessanta si svilupparono nuovi studi per ottenere risultati ancora più soddisfacenti. Uno dei primi metodi brevettati - e siamo nel 1963 - fu quello dello statunitense J.P. Rameika. Fino al 1980 si scoprirono oltre trenta differenti processi di crescita di cristalli di corindone risultanti da una miscela di sali fusi denominata genericamente metodo flux o da fondente.

 

Lo studio di questi metodi era comunque inizialmente finalizzato ad applicazioni industriali sofisticate, come laser o semiconduttori, ma nei primi anni '80 cominciarono ad affermarsi anche produttori che creavano gemme da impiegare in gioielleria come Chatham o Kashan in USA, Knischka in Austria,Douros in Grecia e Kyocera, con la brand Inamori, in Giappone.

 

All'inizio del 1983 fu dato ufficialmente l'annuncio della nascita di un nuovo rubino creato con il metodo flux dalla Ramaura, divisione della Overland Gems Inc. di Los Angeles, California.

 

I rubini Ramaura sono nati dall'ingegno di una donna, Judith A.Osmer, una brillan­te scienziata che aveva lavorato per molti anni come assistente di Charles Townes, uno degli inventori del primo laser a rubino.

 

Per ottenere gemme perfette la Osmer, per lungo tempo, aveva studiato la formazione dei rubini naturali e sperimentato le tecniche di cristallizzazione del rubino da soluzioni di sali fusi ad alta temperatura (come i magmi vulcanici) per poi finalmente ottenere il miglior metodo di cristallizzazione del rubino, l'unico per autonucleazione, fino ad oggi ancora insuperato.

 

Ultimamente si è aperto un nuovo capitolo nella storia dei rubini creati, con la rea­lizzazione dei rubini Malossi: gemme con caratteristiche particolari, di colore intenso e delicate inclusioni, molto simili alle naturali.

 

Nascono da una miscela di corindone naturale e altri componenti che cristallizzano con il metodo Czochralski; in un secondo tempo vengono sottoposti ad un lungo procedimento che crea le inclusioni interne per quello speciale effetto seta.

 

In conclusione:

 

Nulla può sostituire una splendida pietra naturale, ma un bellissimo frutto di laboratorio può valere ben più di un brutto prodotto della natura.